Bergamo e la stracciatella

Bergamo e la stracciatella: una storia deliziosa

Che caldo in questi giorni! Con questo clima quasi estivo viene voglia di un buon gelato.

Fin da quando ero piccola il mio gusto preferito è sempre stato la stracciatella ed ero un po’ un’eccezione perché quasi tutti gli altri bambini preferivano quegli improbabili abbinamenti come fragola e cioccolato o cioccolato e limone.

Io invece ho sempre adorato il contrasto tra il gusto fresco e dolce del gelato alla panna da leccare, unito all’amaro del cioccolato fondente e croccante sotto i denti.

Mai avrei immaginato che da grande sarei venuta a vivere proprio nella patria del mio gusto preferito: Bergamo.

Circa 50 anni fa, era proprio questo periodo dell’anno, il proprietario di un ristorante pasticceria in Città Alta che era famoso per le sue uova di cioccolato artigianali si stava chiedendo cosa fare delle uova che si erano rotte e che non potevano essere vendute.

 Storico bar della Stracciatella
Bar Storico Stracciatella

Ebbe così una grande idea: le fece fondere e versò il cioccolato caldo nel gelato alla panna ancora in mantecazione. Le pale del mantecatore spezzettarono il cioccolato e il freddo del gelato lo solidificò, creando il gusto ancor oggi tra i più amati in Italia.

Ma come chiamarlo? Col nome di un piatto tipico della cucina romana che era molto richiesto nel suo ristorante in cui sono le uova vere, quelle di gallina, a sfilacciarsi nel brodo caldo: Stracciatella.

Città Alta, dove allora come oggi si trova il ristorante pasticceria, è un luogo magico.

Città Alta
Città Alta

Qui non solo si possono vedere splendidi monumenti ma anche conoscere personaggi storici piuttosto eccentrici.

Uno fra tutti fu Bartolomeo Colleoni, comandante in capo delle milizie di terra della Serenissima, che orgoglioso della sua eccessiva virilità aggiunse allo stemma di famiglia un “attributo” in più.

(Sì avete capito bene!)

Per essere ricordato nei secoli fece costruire come suo mausoleo la cappella oggi riconosciuta come il capolavoro del Rinascimento lombardo.

Se Colleoni dimostrò di essere egocentrico non fu però un egoista, fondò infatti un ente benefico ancor oggi esistente a cui lasciò per testamento le sue proprietà.

Facendo una passeggiata lungo la cosiddetta “Corsarola” e guardando le vetrine delle botteghe alimentari si scopre anche che Bergamo è una città di grandi tradizioni culinarie.

Corsarola
Corsarola

Un prodotto dalle origini molto antiche è il salame bergamasco, tra i migliori che abbiamo in Italia, compatto, pastoso e morbido al contempo dal profumo di peperone rosso e aglio con sentori delicati di carne fresca.

Nella tradizione era l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata concezione, la data scelta per uccidere il maiale. Per le famiglie era un rituale e una festa al tempo stesso, il norcino arrivava nelle cascine e portando la sua esperienza dirigeva e intratteneva anche i più piccini.

La caratteristica unica del salame bergamasco è che si utilizzano tutte le parti del maiale, anche quelle più nobili che in altre regioni sono utilizzate per i prosciutti, le coppe o i culatelli.

Gli abili norcini hanno saputo trarre vantaggio dalla particolarità climatica del territorio, l’umidità, ingrediente fondamentale per la giusta stagionatura perché favorisce lo sviluppo delle peculiari muffe di colore bianco-grigiastro con venature verdi che si formano in modo uniforme sul budello.

Salame Bergamasco alimentari
Prodotti tipici bergamaschi

La sua produzione è talmente limitata che per trovare il vero salame artigianale bergamasco bisogna per forza venire a comprarlo qui.

Per degustarlo al meglio un buon bicchiere di vino rosso ne esalta e ne completa il sapore al palato. Ma anche le bollicine della Franciacorta si abbinano bene perché favoriscono la pulizia del palato dal gusto tipicamente forte del salame.

Ma Bergamo non finisce di stupire, immersi nell’atmosfera medievale delle strade e piazze che si snodano all’interno della cinta di mura costruite dai veneziani nel Cinquecento che sono oggi patrimonio dell’Unesco, potrete ancora oggi trovare qualche bottega artigiana dove acquistare un insolito e creativo souvenir o magari provare a dipingerlo con le vostre mani guidati dai maestri del posto, da portare a casa.

Grazie Laura Fumagalli per questo bellissimo articolo.
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